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Uno recupero straordinario

Questa volta partiamo dal mare per entrare nel quartiere Mercato, e lo facciamo con il progetto Monumentando, e non solo. Il progetto, in cambio di un allestimento di spazi pubblicitari, affida a privati la pulizia e il restauro delle torri di via Marina che facevano parte della cinta muraria aragonese del Castello del Carmine: la torre “Brava” e la torre “Spinella”. Sono stati rimossi rifiuti a tonnellate perché da anni le torri erano state abbandonate e letteralmente in balia dei clochard. Ecco, mi viene di pensare alla città di Roma dove ogni reperto storico racconta “la grande bellezza”, da noi tutto racconta “la grande incuria” dovuta al malgoverno che provoca nei più disamore e inciviltà. Ritornando al recupero delle torri aragonesi e in particolare alla quattrocentesca torre “Spinella” lo sgombero dall’immondizia ha permesso di svelare il suo segreto. E’ stata infatti ritrovata la porta di accesso alla Torre, murata da decenni, dove fu imprigionata Eleonora de Fonseca Pimentel prima di essere condotta al patibolo, il 20 agosto 1799. La torre era nota in epoca borbonica come “guardione dei birri” ed ospitava i condannati a morte nelle ore che precedevano l’esecuzione. La porta ritrovata immetteva proprio nella cella in cui erano alloggiati i condannati. Il giorno dell’esecuzione venivano condotti lungo le mura del Castello del Carmine fino ad arrivare al “vicolo dei sospiri”, oggi inesistente, e da lì, passando sotto l’arco di Sant’Eligio, entravano in piazza Mercato. Nel 1906, per far posto a via Marina, si pensò bene di demolire, lasciando poco o niente del Castello del Carmine, oggi visibile solo con una ricostruzione virtuale che ci provoca il rimpianto di non averlo più.  Rimangono però, oltre alle due torri, il settecentesco Guado del Carmine e la Fontana della Marinella che rientrano nel progetto di recupero Monumentando. Invece, il progetto del nuovo parco della Marinella ha una storia a sé che parte dalla metà degli anni ’90, anni in cui l’area, di circa 35.000 metri quadri, doveva diventare una Villa per il popolo napoletano e in particolare per il quartiere Mercato-Pendino. Il progetto, quando era ancora sindaco Bassolino, fu cofinanziato dall’Unione Europea. L’area, però, fu recintata e abbandonata al degrado assoluto per tanti anni a causa di un problema burocratico. Quel cantiere servì per lungo tempo agli extracomunitari che vi si accampavano in baracche di fortuna con una situazione igienico-sanitaria disastrosa. Nel marzo 2006 ci fu il termine formale dei lavori. La situazione comincerà a sbloccarsi sotto la giunta De Magistris, ma ci sarà ancora un nulla di fatto, nonostante il Comune avesse aggiudicato l’appalto per la realizzazione del parco; siamo nel settembre 2014, il mese successivo un misterioso incendio provoca un notevole danno ambientale e blocca l’esecuzione dei lavori. A tutt’oggi il quartiere purtroppo non dispone di un’area verde, cruciale per la vivibilità degli abitanti della II municipalità. Eppure esiste un progetto maestoso per il nuovo parco della Marinella depositato dall’architetto Aldo Loris Rossi che potrebbe portare una vera e propria rivoluzione, uno straordinario recupero per tutta “Napoli est”. Oltre alla riqualificazione dell’area verde, nella nuova Marinella è prevista l’integrazione del mercato ittico, opera del giovane architetto Luigi Cosenza, attivo dal 1936, sicché la vendita del pesce più che una professione è considerata una vera tradizione. Torniamo verso il Carmine, dopo aver provato ad immaginare la riqualificazione di via Marina, entriamo in piazza Mercato, pochi sanno che esiste un progetto per rilanciare l’intera insula in gran parte disabitata e in abbandono. Si tratta di un vero progetto sociale, a cui hanno collaborato gli architetti Antonio Martiniello, Anna Fresa e il gruppo inglese Future City, per riqualificare e valorizzare il territorio mantenendo intatta la sua identità inserita però in un contesto contemporaneo. Così la “città bassa” potrà ancora essere un importante sbocco commerciale e turistico.

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