La cultura del lavoro e del futuro per combattere criminalità

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Piazza Mercato, Napoli

Non si fa in tempo a costruire positività che due episodi, come un soffio di vento, possano far crollare tutto come fosse un castello di carta. Solo pochi giorni fa, in pieno giorno, via Savarese, una parallela di corso Umberto, è diventata teatro di due sparatorie.

E così, una zona storica della città di Napoli che tante energie sta investendo nella sua riqualificazione rischia di ripiombare in un buco nero dove qualcuno forse vuole che stia.
Si fa presto a parlare di istituzioni che non rispondono alle chiamate dei cittadini, ad additare lo Stato come capro espiatorio di problematiche che andrebbero analizzate sotto differenti prospettive. Ma ahimè, nel caso di specie è doveroso.

Non si può dire che nel quartiere Mercato manchino i buoni propositi ma anche vere e proprie azioni di cittadinanza attiva che da anni si sta mobilitando in favore di una nuova alba per questi luoghi così ricchi di storia, di cultura, di un sapere artigianale che si tramanda da generazioni. A partire proprio dal Centro Commerciale Naturale delle Antiche Botteghe Tessili che crede e utilizza lo strumento culturale come motore propulsore di un ritorno nel quartiere di fermento e prospettive costruttive. Anche in ragione di una nuova attenzione da parte del turismo internazionale che finalmente sta aprendo gli occhi sulla vera Napoli e le sue mille bellezza da visitare e ricordare per sempre.

E c’è chi scommette sul turismo anche in questo quartiere, così strategico in termini di ubicazione per poter visitare agevolmente i principali monumenti e musei pubblici della città: si aprono dunque alberghi, bed and breakfast e case residenza lungo le strade del Mercato. Ma potremmo citare le tante associazioni, musicali, teatrali, artistiche che da anni si prodigano per portare la bellezza dell’espressione creativa nel borgo del Mercato e di Sant’Eligio; o ancora, il contributo delle scuole che puntano sull’educazione dei ragazzi, sull’incoraggiamento e sull’autodeterminazione.

Non si può permettere che nello scacchiere della città la camorra stenda il suo braccio oscuro, impossessandosi di nuovi spazi. I cittadini di Piazza Mercato non si arrendono e continueranno a combattere per il rilancio della zona contrastando qualsiasi forma di malaffare e criminalità.
Convinti che la cultura del lavoro e del futuro sia la carta vincente per battere l’illegalità.

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