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Francesco Chirico: grandi eventi culturali, così rilanceremo piazza Mercato e dintorni

 

Dov’è il mercato? Guida alla mano, i turisti di turno che camminano sotto il sole di giugno si chiedono perché non ce ne sia nemmeno l’ombra nello slargo piuttosto malconcio, trasformato in campo di  calcio. Mentre il fantasma della Storia, scuote la testa desolato, pensando a quella vita che si è spenta. Lì, a piazza  Mercato, dove sotto il regno del primo d’Angiò, quel Carlo che tanto era piaciuto ai napoletani al suo arrivo con la moglie Beatrice, bella e  elegante,  si era popolato di mercanti tra giorni scanditi da un ritmo febbrile.

E ora che Napoli ha ritrovato i suoi visitatori anche sull’onda di un passaparola  capace di abbattere i luoghi comuni  e ristabilire pregi e difetti della città all’ombra del Vesuvio, spera che l’antica vocazione del quartiere  possa risorgere,  riempiendo quel vuoto. Da cinque anni, il Consorzio antiche  botteghe della zona sta costruendo una rete di energie attive sul territorio, determinate a ridargli la visibilità che merita attraverso mostre, eventi, progetti. Uno di questi è  proprio la (ri)creazione di un mercato, non utopia,  ma realtà  molto vicina:   grazie  a un bando vinto sono stati acquistati 38 stand che aspettano solo di essere montati.

E dopo il successo elettorale del sindaco, Francesco Chirico,  il presidente Dema della seconda municipalità che questa volta  può contare su numeri consistenti, prima appannaggio del Pd, rilancia l’opportunità: «Potrebbe partire già in autunno.  Occorre  fare un incontro anche con tutte le realtà del territorio per capire insieme a chi rivolgere questa opportunità  di crescita. Basandoci anche sulle esperienze precedenti della municipalità delle notti d’arte con eventi di qualità. Dovremmo coinvolgere attrattori nazionali sull’area, senza trascurare le forze territoriali come il tessile, l’oreficeria, la moda. E penso al ruolo importante che potrebbe avere la scuola,  con l’istituto Isabella d’Este-Caracciolo. Adesso possiamo superare le difficoltà del passato. Contiamo su una maggioranza compatta, persone giovani che hanno voglia di fare, non legate a logiche di partito, che non hanno tutor  o padrini,  ma solo voglia di fare  e mettersi in gioco, in sinergia con  il sindaco. L’obiettivo è: far crescere la città». Lo incontriamo nelle sede di piazza Dante, alla vigilia del ballottaggio,  confortato dai sondaggi   che indicano la riconferma di Luigi de Magistris con una massiccia maggioranza.

«La strategia – spiega – è quella di creare un tavolo fisso di discussione intorno al quale riunirsi almeno una volta al mese con gli assessorati di riferimento, le associazioni, il consorzio botteghe tessili, borgo orefici, per trovare insieme soluzioni che rilancino il territorio, promuovendo eventi, rilanciando il territorio non solo dal punto di vista turistico culturale, ma anche  migliorando le condizioni della vita di tutti i giorni, tenendo conto delle opportunità del momento e di una programmazione a lungo termine».

Illuminazione, segnaletica,  cumuli di spazzatura affidati a cassonetti che diventano discariche a cielo aperto, disinfestazione da blatte. Problemi  che frantumano tutti gli sforzi di chi in quei dintorni abita e lavora. «Non possiamo lasciare alle iniziative dei singoli il superamento delle difficoltà quotidiane. I cittadini devono collaborare, sviluppando coscienza civica ma hanno anche diritto a ricevere risposte. Quindi occorre, per esempio, sollecitare le partecipate del Comune,   Asia e Napoli servizi, e  anche la Asl, nella puntualità dei loro interventi».<br>

Assediati dai rifiuti spesso sparsi un po’ dovunque ma anche immersi nel buio, capolavori architettonici e artistici come le chiese di  Sant’Eligio e di San Giovanni a mare che non hanno nulla da invidiare a quelli più gettonati e affollati dei decumani. Un’oscurità che dovrebbe essere cancellata dal finanziamento europeo (100 milioni di euro) per il recupero del centro storico di Napoli : «La comunità europea ha confermato il finanziamento, le gare sono state realizzate, è solo la regione che deve trasferire materialmente le risorse economiche al Comune e quindi poi le imprese possono cominciare i lavori. Doveva farlo a dicembre,  ha rimandato a febbraio, poi a maggio, siamo arrivato a giugno, speriamo per luglio. Va  impostato comunque un calendario per i tre lotti interessati valutando le esigenze delle varie fasce urbane interessate».

Decoro urbano, recupero di una dignità storica perduta e scommessa sulla tradizione religiosa e popolare. Non si sottrae alle domande Chirico e guarda al futuro: «L’organizzazione della festa di luglio nella piazza del Carmine, che  è celebrazione antica e suggestiva,  non può essere lasciata al caso, né può essere una squallida sagra delle mandorle o delle caramelle zuccherate. Dobbiamo fare in modo che ci sia una collaborazione tra comune, municipalità, arcidiocesi, ufficio del turismo e quindi regione perché venga riconosciuta, finanziata e migliorata, valorizzando quanto si muove intorno al fascino dell’incendio del campanile. Trasformandola in un vero e proprio appuntamento religioso in chiave turistica. Basta bancarelle abusive. L’obiettivo è farla diventare manifestazione nazionale da inserire nel circuito di tour operator». E su questa strada potrebbe  incamminarsi pure l’allestimento del mercatino per l’arrivo della Befana, da incrementare con cioccolata e dolciumi di marchi locali e allo stesso tempo nazionali come Gay Odin. Mentre l’idea di ripopolare tutti quei locali sfitti con l’avvio di start up rimanda ancora una volta all’Europa e a quei fondi che è possibile intercettare sviluppando impresa. Chirico ha la gola secca per il caldo e per la raffica di risposte date. L’entusiasmo è visibile.  Adesso la speranza non sta più a guardare e spinge le parole a diventare fatti.

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